Pulpite dentale: cos'è, cause, sintomi e soluzioni

08 maggio · 2 minuti

Cos'è la pulpite del dente

Si tratta di un’infiammazione acuta o cronica della polpa dentale, il tessuto molle contenuto nella camera pulpare del dente, ricco di vasi sanguigni e terminazioni nervose. Quando questo tessuto si infiamma, il dolore può diventare estremamente intenso e persistente. La pulpite ai denti rappresenta una delle principali cause di mal di denti, ed è tipicamente caratterizzata da una sensazione pulsante, che può peggiorare in posizione sdraiata o in risposta a stimoli termici (come cibi o bevande calde o fredde).

Questo tipo di dolore, noto anche come mal di denti da pulpite, è particolarmente insidioso perché tende ad aumentare durante la notte, rendendo difficile il riposo. In molti casi, il dolore è così forte da irradiare verso l’orecchio, la mascella o la tempia, rendendo complicata anche la localizzazione precisa del dente colpito.

Sebbene possa colpire qualsiasi dente, la pulpite del dente del giudizio è piuttosto comune, soprattutto in fase di eruzione, quando l'accumulo batterico è facilitato dalla difficoltà di pulizia.

Cause principali

Questa condizione deriva principalmente da una lesione della polpa causata da fattori esterni, come la carie, o interni, come precedenti trattamenti odontoiatrici. Le cause più frequenti includono:

  • Cavità profonde non trattate: la carie, se trascurata, può penetrare lo smalto e la dentina fino a raggiungere la polpa, provocando l’infiammazione.
  • Traumi dentali: urti, fratture o scheggiature possono esporre direttamente la camera pulpare del dente, facilitando l’ingresso di batteri e sostanze irritanti.
  • Trattamenti odontoiatrici precedenti, come un’otturazione profonda o una corona mal posizionata, possono causare una pulpite nel dente incapsulato o una pulpite nel dente otturato, in particolare in caso di infiltrazioni batteriche o materiali non biocompatibili.
  • Anche un dente del giudizio malposizionato o parzialmente erotto può infiammarsi, dando origine a una dolorosa pulpite dente del giudizio, spesso difficile da trattare per la posizione posteriore.
  • È importante sottolineare che anche un dente già trattato, apparentemente "morto", può dare problemi: si parla in questi casi di pulpite dente devitalizzato, spesso dovuta a residui batterici o a un trattamento canalare incompleto.

Ognuna di queste situazioni può determinare un'infiammazione progressiva della polpa, con sviluppo rapido del dolore e peggioramento dello stato del dente se non si interviene in tempo.

Dentista tiene in mano modello di sezione dentale

Pulpite dente: sintomi e decorso

L’infiammazione si manifesta in due forme distinte:

  • Reversibile: in questa fase iniziale, l’infiammazione è ancora limitata. Il dolore è generalmente lieve, provocato da stimoli freddi e scompare dopo la loro rimozione. Se trattata in tempo, il dente può essere salvato con una semplice otturazione.
  • Irreversibile: si tratta della fase avanzata, in cui la polpa è ormai danneggiata in modo permanente. Il dolore è spontaneo, acuto, pulsante e può durare anche ore. In questa fase, il trattamento conservativo non è più efficace.

Il mal di denti da pulpite irreversibile è tra i dolori dentali più difficili da sopportare e tende ad aumentare in intensità e durata nel tempo.

I sintomi tipici includono:

  • Dolore acuto, persistente e difficilmente gestibile con analgesici.
  • Sensibilità accentuata a caldo e freddo.
  • Dolore alla masticazione o alla semplice percussione del dente.
  • In alcuni casi, gonfiore gengivale, alitosi o febbre nei casi più gravi.

Un dente in pulpite deve essere valutato con urgenza: il riconoscimento precoce dei sintomi può fare la differenza tra una cura rapida e una terapia più invasiva.

Conseguenze non trattate: necrosi e infezioni

Un’infiammazione non trattata può rapidamente evolvere in necrosi pulpare del dente, cioè la morte del tessuto interno. In questa condizione, i batteri proliferano all'interno del dente, causando infezioni che si estendono all’apice radicolare e ai tessuti circostanti. Il risultato può essere:

  • Formazione di un ascesso dentale.
  • Comparsa di una fistola (una via di drenaggio del pus).
  • Dolore diffuso, febbre e difficoltà nella masticazione.

Queste complicazioni non solo aumentano il disagio, ma comportano anche il rischio di diffusione dell’infezione ad altre aree della bocca o persino a livello sistemico. In questi casi estremi, può rendersi necessaria l’estrazione del dente con pulpite, soprattutto se la struttura dentale è compromessa o se l’infezione non risponde alla terapia endodontica.

Ragazzo riccio seduto sul divano con mal di denti

Trattamenti specifici

Pulpite dente devitalizzato

L’infiammazione nel dente devitalizzato può insorgere per diverse ragioni: devitalizzazione parziale, presenza di canali non trattati, o reinfezione a causa di sigilli non perfetti. Il trattamento prevede il ritrattamento canalare, ovvero una nuova pulizia, disinfezione e sigillatura dei canali. È fondamentale che venga eseguito con strumenti moderni e sotto controllo radiografico per garantire la completa rimozione dell’infezione.

Dente in pulpite: cosa fare

Se si sospetta una pulpite, è fondamentale rivolgersi subito al dentista. I rimedi casalinghi, come l’uso di analgesici o impacchi freddi, possono offrire un sollievo temporaneo ma non eliminano la causa.

I trattamenti variano in base allo stadio della patologia:

  • Reversibile: il dentista può rimuovere la carie e ricostruire il dente con materiali adeguati, preservando la vitalità della polpa.
  • Irreversibile: è necessaria una devitalizzazione (terapia canalare), che comporta la rimozione della polpa infetta. Se il dente è gravemente compromesso, l’estrazione diventa l’unica soluzione.

In ogni caso, una diagnosi tempestiva consente di evitare complicazioni e di salvare il dente naturale.

Prevenzione

Prevenire la pulpite dentale significa evitare a monte le condizioni che la causano. Le strategie preventive includono:

  • Mantenere una corretta igiene orale quotidiana con spazzolamento e uso del filo interdentale.
  • Eseguire visite regolari dal dentista, almeno due volte all’anno.
  • Trattare tempestivamente le carie, anche se sembrano superficiali.
  • Proteggere i denti da traumi, soprattutto durante l’attività sportiva.
  • Scegliere professionisti esperti e materiali di qualità per interventi odontoiatrici come otturazioni o capsule.

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